Durante questa settimana mi ricordo di portare la mia attenzione alla postura, riconosco la tensione/torsione del corpo.
Permetto al corpo di assumere una postura “corretta”: la colonna vertebrale si raddrizza naturalmente; posso dondolarmi in avanti o di lato, in modo sempre più impercettibile, fino a trovare la corretta postura.
Sulla sedia: mi siedo sul bordo, senza appoggiarmi allo schienale, all’interno della postura corretta, respiro e mi rilasso.

Abitare il corpo, grazie al respiro entrare in contatto con i luoghi aperti, morbidi, rilassati, quanto con quelli più tesi, chiusi, dove possiamo avvertire una torsione o una pressione, in qualche modo un disagio.
Portare proprio qui il nostro respiro, in queste zone del corpo dove avvertiamo una resistenza all’abbandono ed al rilassamento. Invece di rifiutare o cercare di non sentire, cercare di cambiare o di risolvere il disagio, cullati dall’onda del respiro riposiamo nel cuore stesso della sensazione.

Libertà dalla paura del dolore.

1 – Esercizi (durata: 12m)

2 – Rilassamento profondo (durata: 42m)

In questa settimana

Pratica delle quattro posture

Seguo cinque respiri in piedi, cinque respiri camminando, cinque respiri sdraiato, cinque respiri seduto, poi ancora in piedi, camminando…
Questa pratica non necessità di un tempo lungo, pochi minuti sono sufficienti.
Questa pratica è ispirata al Sutra dei quattro fondamenti della consapevolezza (Satipatthana sutta):

“Quando cammina il praticante ne è consapevole:
sto camminando.
Quando è in piedi ne è consapevole:
sono in piedi.
Quando siede ne è consapevole:
sono seduto.
Quando è sdraiato ne è consapevole:
sono sdraiato.
In qualsiasi postura gli capiti di trovarsi egli è consapevole della propria postura.”

Quattro posture: seguo cinque respiri in piedi, cinque camminando, sdraiato, seduto, poi ancora in piedi, camminando … (poi ripeto)

Tornare alla corretta postura: in qualunque posizione io sia, allungo la colonna, poi mi rilasso.

Questa pratica non necessita di un tempo lungo, pochi minuti sono sufficienti.

Approfondimenti

Pratica delle quattro posture (durata: 23m)

Accettare il nostro corpo – Jon Kabat-Zinn (durata:4m)

Vivere felicemente nel momento presente (durata: 1h55m)

Ascoltare il corpo

di Jon Kabat-Zinn

Un aspetto importante della nostra vita e della nostra esperienza, che a causa dell’automatismo delle nostre reazioni tendiamo a ignorare, è il rapporto con il nostro corpo.

Spesso siamo appena in contatto con il nostro corpo, a stento ci rendiamo conto di ciò che sente. Di conseguenza, spesso siamo insensibili agli effetti che su di esso hanno l’ambiente, le nostre azioni e perfino i nostri pensieri ed emozioni.
Quando ignoriamo queste interconnessioni, a volte abbiamo la sensazione che il nostro corpo abbia reazioni imprevedibili e non riusciamo a capire perché.
Come vedremo più avanti, i sintomi fisici sono messaggi che il corpo ci invia per farci sapere come sta e quali sono i suoi bisogni. Quando ci abituiamo a fare sistematicamente attenzione al corpo e siamo più in contatto con esso, acquistiamo anche la capacità di capire quello che ci vuole comunicare e di rispondere in maniera appropriata. Imparare ad ascoltare il corpo è di vitale importanza per la nostra salute e per la qualità della nostra vita.
Anche una cosa semplice come rilassarsi può essere di una difficoltà frustrante quando siamo inconsapevoli del nostro corpo.
Lo stress della vita di ogni giorno genera tensioni localizzate in particolari gruppi di muscoli, per esempio nelle spalle, nella mandibola, nella fronte. Per rilassare queste tensioni devi prima di tutto accorgerti che ci sono, devi sentirle. Devi essere in grado di disinserire il ‘pilota automatico’ e di riprendere in mano il controllo del tuo corpo e della tua mente.
Come vedremo, per far questo devi concentrare l’attenzione sul corpo, percepire le sensazioni che provengono dai vari muscoli e inviare ai muscoli il messaggio di rilassare le tensioni. Se sei abbastanza consapevole, questo lo puoi fare già nel momento in cui la tensione si sta producendo: non occorre che aspetti di sentirti rigido come un pezzo di legno. Se lasci che la tensione si accumuli, essa diventa tanto abituale che ti dimentichi come ci si sente quando si è rilassati e diventa molto più difficile ritrovare il rilassamento.
Quando soffriamo di disturbi fisici o mentali, spesso ci aspettiamo che i medici siano in grado di rimetterci in sesto. A volte ciò è possibile; ma, come vedremo, la nostra collaborazione attiva è essenziale nella maggior parte delle terapie.
Questo è particolarmente vero per quelle condizioni croniche per cui la medicina non dispone di cure risolutive. In tali casi, la qualità della nostra vita dipende in larga misura dalla conoscenza che abbiamo del nostro corpo e della nostra mente, e dalla capacità di migliorare la nostra salute entro i limiti, sempre sconosciuti, del possibile.
Assumerti la responsabilità di conoscere meglio il tuo corpo,ascoltandolo attentamente e coltivando le tue risorse interne di guarigione, è il miglior modo di collaborare con i tuoi medici.
È qui che interviene la meditazione: essa dà potenza e sostanza a questo impegno e catalizza il lavoro di guarigione.

(Jon Kabat-Zinn, “Vivere momento per momento”, TEA)

 

Consapevolezza

di Thich Nhat Hanh

La consapevolezza è soprattutto la capacità di saper riconoscere la presenza di un oggetto di percezione senza prendere posizione, senza giudicarlo, desiderarlo o disprezzarlo.
Per esempio, mettiamo di avere una zona del corpo dolente: con la consapevolezza noi prendiamo semplicemente atto di quel dolore.
È un genere di preghiera molto diverso a quello a cui forse sarete abituati, ma anche sedere in meditazione ed essere semplicemente coscienti di quel dolore significa pregare.

Calligrafie

be still and heal